Mappe semiotiche

In questo blog atipico raccoglierò riflessioni, brevi o meno, per un’opera più completa e organica. Le mappe che vorrei disegnare (e delle quali vorrei argomentare) sono quelle che dovrebbero servire a orientarsi per i sentiri dell’attività progettuale. In fondo, metodo è una parola che deriva dal greco, dove più o meno significa “la via da seguire in una ricerca”.

mètodo s. m. [dal lat. methŏdus f., gr. μέϑοδος f., «ricerca, indagine, investigazione», e anche «il modo della ricerca», comp. di μετα- che include qui l’idea del perseguire, del tener dietro, e ὁδός «via», quindi, letteralmente «l’andar dietro; via per giungere a un determinato luogo o scopo»]. (Dal vocabolario Treccani.it)


In questo lavoro seguirò alcuni princìpi guida, che enuncerò in questa pagina man mano che si presenteranno.

  • La semiotica non andrebbe pensata, come comunemente avviene oggi, composta da due vie, quella di origine filosofica che proviene da Charles Peirce e quella di origine linguistica che proviene da Ferdinand de Saussure; due vie che spesso vengono imporpriamente definite “via interpretativa” e “via generativa” (o “strutturale”). Qui la semioitica verrà intesa come un territorio dai molteplici percorsi, che prendono avvio da diverse intenzionalitò, che conducono a differenti mete e che inevitabilmente si intrecciano o sovrappongono. Si tratta di percorsi di ricerca del senso, o dei modi attraverso cui siamo in grado di attribuire senso al mondo.
  • Bisogna usare le categorie semiotiche per poter meglio pensare, e non pensare rimanendo (o per rimenere) dentro le categorie semioitiche.